Cosa rende la Biodanza così speciale?

Nel panorama attuale troviamo moltissime discipline che, per favorire il benessere psicofisico e la crescita personale dell’individuo, propongono come strumenti operativi il movimento e la musica. Non è facile per chi si avvicina per la prima volta riconoscere la differenza della nostra proposta.

Cosa ci permette allora di riconoscere nella Biodanza, ideata dal Professor Rolando Toro Araneda intorno agli anni ’60 del secolo scorso, una disciplina originale, sia per la sua strutturazione metodologica, sia per gli effetti che induce?

caratteristiche che differenziano la Biodanza dalle altre discipline olistiche.

1 – LA STRUTTURA DELLA SESSIONE

Ogni sessione segue un particolare andamento, una “curva” sinusoidale, in cui alla Ronda, la prima danza in cerchio che apre lo spazio sacro, seguono Danze di:

  • ATTIVAZIONE. Esercizi individuali, a coppie o in gruppo, accompagnati da musiche che stimolano progressivamente la vitalità, l’allegria e la gioia di vivere. Tali danze attivano il Sistema Nervoso Simpatico, favoriscono la sintonizzazione fra i partecipanti e la liberazione del movimento;
  • ARMONIZZAZIONE E REGRESSIONE. Si tratta di vivencie che progressivamente con movimenti più lenti, fluidi e armoniosi, riducono l’azione del sistema Simpatico e aumentano l’attività del Sistema Nervoso Parasimpatico. Diminuisce l’attivazione del sistema ergotropico, deputato all’azione, ai meccanismi innati di lotta e fuga, e si attiva maggiormente il sistema trofotropico favorendo il rilassamento, il recupero energetico, la rigenerazione cellulare, il buon funzionamento del Sistema Immunitario. Il movimento rallentato nasce da dentro, talvolta appena percepibile all’esterno, lascia spazio alla leggerezza e all’espansione, all’intima connessione con sé stessi e con l’Altro;
  • LEGGERA RIATTIVAZIONE ENERGETICA. Danze che con dolcezza risvegliano il corpo e riattivano la coscienza.
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L’ultima Vivencia è sempre la Ronda, così si giunge per mano alla conclusione del processo. È un momento di grande partecipazione che ci permette di tornare a casa piacevolmente emozionati, soddisfatti, predisposti a godere appieno dei benefici immediati ricevuti dall’esperienza e di quelli che sperimenteremo nei giorni successivi.

“Durante la sessione di Biodanza, grazie alla sua caratteristica struttura, vengono attivati tutti i potenziali innati posseduti da ogni individuo: vitalità, creatività, sessualità, affettività e trascendenza. Essi rappresentano delle caratteristiche peculiari di ogni individuo e come tali si differenziano in ogni persona e, insieme al patrimonio genetico, ne definiscono l’unicità”.

2 – LA GESTALT MUSICA – MOVIMENTO – VIVENCIA

Il sistema operativo utilizzato dalla Biodanza è la “gestalt” musica-movimento-vivencia, realizzata per mezzo di esercizi con specifici obiettivi, accompagnati da musiche appositamente selezionate che inducono vivencie integranti con intensi coinvolgimenti psicofisici nel Qui e Ora. Le vivencie integranti della Biodanza sono la vera rivoluzione proposta dal Sistema, nascono direttamente dalla connessione con gli istinti primari, evocano emozioni, contribuiscono al processo evolutivo individuale ridonando autenticità e originalità all’espressione corporea che si manifesta in sintonia con il profondo sentire. La Vivencia è intimamente trasformativa e progressivamente nel tempo, produce cambiamenti a livello biologico, fisico, psichico e comportamentale. La vivencia permette di entrare in connessione con “la programmazione biologica originaria” e, superando le distorsioni prodotte da una cultura “ammalata di civilizzazione”, di creare le basi per il rinforzo dell’identità individuale e la nascita di relazioni sane, nutrienti e funzionali con se stessi, l’Altro e l’ambiente circostante.

3 – LA SEMATICA MUSICALE

Ogni esercizio (vivencia) di Biodanza è accompagnato da una musica scelta dal conduttore che dispone di un elenco di musiche specificatamente indicate per quell’esercizio. Ogni musica ha il compito di evocare emozioni positive. Le musiche di Biodanza sono tutte selezionate con grande cura, seguendo le indicazioni del Professor Rolando Toro Araneda. Ogni musica deve essere “organica”, deve far danzare le cellule armoniosamente, deve contenere precisi messaggi, avere un tema, una prolessi, uno svolgimento che evochi sensazioni piacevoli e vitali. Le musiche “inorganiche” o “sintetiche” trovano spazio solo in alcuni esercizi specifici che evocano la creatività o “l’uscita dal Caos, inteso come “condizione primordiale di una matrice creativa”. La musica, per favorire la vivencia, attraverso il ritmo e la melodia, deve indurre alla danza in modo energico o armonioso, sereno, sognante o trascendente. E attraverso la musica che il Biodanzante diventa danza, si lascia andare e, superando le inibizioni, percepisce un rinnovato senso di libertà, abita il suo corpo e permette ad esso di generare il movimento spontaneo, semplicemente sulla scia di ciò che sente, non di ciò che pensa. La vivencia nasce senza alcun bisogno della ragione.

4 – LA QUALITA’ DEL MOVIMENTO

In Biodanza il movimento è libero, spontaneo, emozionato, non sono previsti passi strutturati o modelli predefiniti. Ognuno può muoversi come sente nel contesto della vivencia proposta. Per ogni esercizio il facilitatore, precisa il nome, ne spiega l’esecuzione e le finalità, e successivamente propone una breve dimostrazione dello stesso. La dimostrazione ha semplicemente uno scopo esemplificativo, ogni partecipante sarà libero di esprimere la vivencia come sente e può nel momento presente, nel proprio personalissimo “qui e ora”. Danzare liberamente significa eseguire un esercizio come si sente e si è capaci, sapendo che comunque andrà bene, in quanto espressione della propria unicità. In Biodanza nessuno viene chiamato a fornire attraverso la danza o il canto una performance, un’esibizione o la rappresentazione di una emozione. Nella sessione si esprimono le emozioni indotte dalla musica in modo autentico, con semplicità, con naturalezza.

5 – L’EVOCAZIONE DI EMOZIONI ESCLUSIVAMENTE POSITIVE

Tutti gli esercizi (vivencie) proposti in una sessione di Biodanza, sono tesi ad evocare emozioni positive. Intenzionalmente non vengono indotte emozioni che possano evocare sensazioni spiacevoli o vissuti dolorosi come rabbia, odio, vergogna, inadeguatezza, esclusione. Tutte le emozioni evocate costituiscono degli ecofattori positivi che contribuiscono a creare il terreno più adatto per lo sviluppo e la crescita della persona. La metodologia della Biodanza segue le indicazioni dello psicologo statunitense Burrhus Frederic Skinner, il quale sosteneva che l’apprendimento più efficace e duraturo si realizza attraverso il rinforzo positivo, piuttosto che attraverso quello negativo o punitivo. Per questo motivo in Biodanza si stimolano il piacere, la gioia, l’allegria, la vitalità, l’affettività verso sé stessi e verso il simile, la creatività artistica ed esistenziale, l’integrazione con sé stessi, con l’altro e con l’ambiente circostante, la capacità di trascendere l’Ego e sentirsi pienamente parte di un Universo pulsante. La convinzione che guida questo percorso è che al crescere della parte luminosa della persona decresca progressivamente la parte buia, fino a scomparire.

Per ulteriori approfondimenti leggi il libro “Biodanza La Danza della Vita – Esperienze e riflessioni personali” di Maria Teresa Occhipinti e Pierantonio Serra – Edizioni Verdechiaro, in tutte le librerie e negli store online.

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